C’è chi a fatica cerca di riportare l’attenzione su Leri Cavour, e chi invece distrugge ciò che resta di un bene comune. Sono i vandali che periodicamente devastano l’antica tenuta del Conte che si trova sulla strada delle Grange. Dopo la scritta in vernice spray disegnata a fine agosto da writer francesi, su cui c’è ancora un procedimento in corso, i teppisti tra domenica e lunedì hanno distrutto un camino di uno dei saloni della tenuta: lo hanno ridotto in mille pezzi, lasciando i mattoni per terra.
Ormai non si contano più gli sfregi nella cascina tanto amata dal Camillo Benso. I teppisti, in passato, hanno vandalizzato la chiesetta, rubato il portone in legno all’ingresso della tenuta. Senza contare poi i furti e i saccheggi avvenuti in passato: i ladri, agendo indisturbati dato che il borgo è disabitato e non protetto, hanno portato via mattoni, marmi, scale, colonne e qualsiasi oggetto che si potesse rubare.
Ad accorgersi del nuovo saccheggio sono stati i membri di L.E.R.I. Cavour, associazione nata da poco più di un anno con l’obiettivo di tutelare il borgo, puntare i fari su questo gioiello ricco di storia, e riportarlo in vita. Fanno parte dell’associazione Roberto Amadé, Isabel Salinas e Luciano Vigani. «Monitoriamo Leri con passaggi frequenti – racconta Amadé – e un nostro collaboratore, pochi giorni fa, si è accorto dell’atto vandalico. Siamo amareggiati: bisogna agire in fretta, monitorando la zona quotidianamente, in attesa di cancelli e videocamere di sorveglianza». Gli occhi elettronici all’ingresso di Leri potrebbero aver colto la targa di una macchina che si allontanava in fretta.
In attesa di scoprire eventuali vandali, l’associazione L.E.R.I. (che sta per Laboratorio Educativo Risorgimentale Italiano) è all’opera per riportare l’attenzione sulla tenuta: «Stiamo lavorando su alcuni eventi futuri e su un concorso fotografico di respiro nazionale – prosegue Amadé -: l’obiettivo è trasformare Leri in un museo sulla risicoltura». L’associazione ha acquistato all’asta alcuni documenti originali e un album fotografico del 1918 che mostrano com’era il borgo cento anni fa. —